«Incommensurabile» Faust/Mefistofele, Con Goethe, Nello Specchio Del Diritto
Al Teatro Mercadante venerdì 7 febbario alle 17.30 per il ciclo di incontri del progetto “Verso Antigone, teatro e giustizia” dibattito dal titolo «INCOMMENSURABILE» FAUST/MEFISTOFELE, CON GOETHE, NELLO SPECCHIO DEL DIRITTO
Proseguono gli incontri del progetto promosso dallo Stabile di Napoli, Verso Antigone, teatro e giustizia, coordinati dal Prof. Gennaro Carillo, realizzati a latere di alcuni titoli e opere in programmazione ai teatri Mercadante e San Ferdinando per la Stagione 2019-2020.
All’appuntamento di venerdì 7 febbraio alle 17.30 al Teatro Mercadante, dal titolo «INCOMMENSURABILE». FAUST/MEFISTOFELE, CON GOETHE, NELLO SPECCHIO DEL DIRITTO (promosso in occasione delle rappresentazioni dello spettacolo Scene da Faust di J.W. Goethe, nella versione italiana di Fabrizio Sinisi e la regia di Federico Tiezzi, in scena fino a domenica 9 febbraio), interverranno con Gennaro Carillo, gli attori Marco Foschi e Sandro Lombardi e i Prof. Iole Fargnoli, Vincenzo Piscitelli, Ulderico Pomarici.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti disponibili.
Info su www. teatrostabilenapoli.it
VERSO ANTIGONE
teatro e giustizia
un progetto a cura di
Gennaro Carillo (coordinatore)
Luca De Fusco, Alfredo Guardiano, Filippo Patroni Griffi
Verso Antigone continua a interrogarsi sul rapporto fra teatro e giustizia. Lo fa nel segno dell’ambivalenza. Per due motivi. Perché in Antigone di Sofocle tutti, a partire dall’eroina eponima e dal suo antagonista, e ‘doppio’, Creonte, sono contraddistinti dalla duplicità. Poi perché i grandi interpreti dell’epoca tragica dei Greci si sono divisi sulla relazione fra la scena e il tribunale: c’è chi – Rosenzweig e Benjamin – la registra senza riserve e chi invece – Goethe e Nietzsche – pensa che la tragedia decada e si suicidi per eccesso di eloquenza forense, quando gli eroi si mettono a rendere ragione dei proprî atti, a giustificarli, scadendo al livello dell’esistenza comune, di un mondo già in prosa.
Ci si avvicinerà ad Antigone partendo da Dürrenmatt, dal giudizio tra senso e nonsenso. Si passerà per quel poema fuori misura che è il Faust, messinscena già teatralissima della possibilità estrema, o forse dell’impossibilità, di un mito moderno e al tempo stesso ‘enciclopedia’ ironica del mito classico. Ci si confronterà, infine, col corpo ingombrante di Trimalcione, con la franchezza rude e persuasiva del suo realismo economico-politico, col cibo e il denaro che si disputano il primato «nella rappresentazione del mondo» (Gian Biagio Conte).
Comunicato Stampa Teatro Stabile di Napoli