Matteo Biccari – esordio con applausi a scena aperta

Sabato 25 gennaio sul palcoscenico del Teatro Sala Moliere, all’Art Garage di Pozzuoli, con la prima dello spettacolo CLOWNFERENCE, un monologo tratto da testi di Cechov e Nando Paone, per la regia di Nando Paone, ha fatto il suo esordio in scena da protagonista il giovane Matteo Biccari

Nonostante la brevità del monologo, quaranta minuti, il copione ha permesso al numeroso pubblico in sala di apprezzare le notevoli doti recitative di Matteo che si è esibito in abiti da clown, salutandone l’intensa e articolata interpretazione con una standing ovation finale a cui si sono aggiunti i complimenti del regista visibilmente soddisfatto per la performance dell’allievo.

Pur essendo al suo primo monologo, dal momento in cui è comparso in scena, Matteo ha subito sfoderato sicurezza e scioltezza di linguaggio da attore professionista. Associandovi una tale capacità di mimica facciale nella migliore tradizione della commedia italiana. E quando i fogli posti sul leggio a mo’ di scena sono caduti più volte a terra, non si è mai lasciato tradire dall’ansia e dall’emozione, chinandosi a raccoglierli continuando a recitare come se quell’imprevisto facesse parte dello spettacolo. Così come all’inizio del secondo atto quando, mentre recitava, si è dovuto abbottonare la bretella staccatasi alle spalle, continuando a recitare senza lasciar trasparire alcun turbamento.

Sono questi piccoli gesti, che a molti possono apparire insignificanti, a testimoniare il valore del giovane attore il quale li ha compiuti in maniera naturale, dimostrando di avere tutte le qualità di un vero istrione.

Ventuno anni, iscritto al terzo anno di Lettere Moderne con un eccellente rendimento – “un attore non può permettersi di essere ignorante”, risponde puntualmente al padre quando questi gli ricorda quali sono i suoi doveri di figlio – Matteo appartiene a un gruppo di giovani attori cresciuti nel laboratorio teatrale di Cetty Sommella e Nando Paone ai quali vanno estesi i complimenti per aver saputo allestire a Pozzuoli un’officina teatrale capace di sfornare giovani talenti in grado di cavalcare la scena al pari di navigati attori di professione.

La commozione con cui Matteo alla fine ha salutato il pubblico osannante tenuto per mano dal regista, a sua volta emozionato, non solo è stata frutto dello sciogliersi della tensione che lo ha attanagliato fino al calare del sipario, ma la conferma dell’umiltà e passione con cui il giovane attore intende il proprio ruolo, recitando non solo con la testa ma prima di tutto con il cuore.

 

Vincenzo Giarritiello