Amedeo Angelotti e il Mandolino Napoletano
Sabato 21 dicembre per QUATTRO CHIACCHIERE CON L’AUTORE, la rassegna culturale organizzata da LUX IN FABULA, nella storica sede dell’associazione sulle Rampe dei Cappuccini, il professore/mandolinista Amedeo Angellotti ha tenuto un breve ma denso seminario dal titolo IL MANDOLINO NAPOLETANO NEL 700
Lasciandoci alle spalle il simpatico dubbio se si fosse trattata di semplice coincidenza o lungimiranza degli organizzatori, bisogna riconoscere a Claudio Correale e ai suoi collaboratori di aver saputo far coincidere la chiusura dell’anno solare con un evento in assoluta sintonia con il clima natalizio.
Per circa un’ora e mezza, alternando il proprio intervento all’ascolto di brani musicali, il professore ha raccontato la storia del mandolino partendo dal liuto rinascimentale, da cui lo strumento deriva, per finire al classico mandolino napoletano.
Contrariamente a quanto i non addetti ai lavori possono supporre, il mandolino ha svariate connotazioni regionali – milanese, genovese, catanese, fiorentino, napoletano. Ognuno con caratteristiche ben precise che lo distinguono dagli altri.
Per quanto concerne la struttura fisica dello strumento, la cassa armonica è composta da doghe in legno incollate l’una all’altra in maniera da formarne la tipica forma bombata; le corde, in passato di budello di animale, oggi sono in fibra. Mentre la verniciatura industriale a spray rende il suono dello strumento uniforme nel tempo, quella a tampone utilizzata dagli artigiani, non influendo sulla stagionatura del legno, ne assicura un miglioramento nel corso degli anni. Ciò che distingue il mandolino napoletano dagli altri è di avere l’accordatura identica a quella del violino.
Essendo il suono del mandolino flebile, per cui in un’orchestra ad archi tenderebbe a smarrirsi, compositori quali Vivaldi, Scarlatti, Mozart, Handel che hanno composto brani dove è incluso il mandolino, per ovviare a tale inconveniente hanno imposto di suonare il violino pizzicandolo con le dita anziché con l’archetto.
Il prossimo incontro della rassegna, il primo per il 2020, sarà sabato 11 gennaio alle ore 18 con la professoressa Clementina Gily che parlerà di Giordano Bruno.
Vi aspettiamo.
Buone feste!
Vincenzo Giarritiello