“Eravamo tanto ricchi” a Il Centro L’Arte della Felicità
Mercoledì 25 settembre presso IL CENTRO L’ARTE DELLA FELICITA’, Via Betlemme 31 – Napoli, si è presentato ERAVAMO TANTI RICCHI, di Annamaria Varriale, edito da HOMO SCRIVENS. La serata è stata introdotta da Francesca Mauro che ha spiegato le funzioni del Centro e in particolare quella dei Dialoghi, “momenti di incontro con personaggi di rilievo del panorama culturale nazionale e internazionale” per favorire la riflessione, nell’ambito dei quali rientrava la presentazione del libro. Quindi la parola è passata a Maurizio Tudisco, corresponsabile del Centro, che ha messo in risalto l’alto valore sociale del testo dove i rapporti umani, in particolare quelli famigliari, risultano elemento imprescindibile per la felicità degli uomini.
Scritto con un linguaggio asciutto e scorrevole, privo di ricercatezze stilistiche come si conviene a un’opera che vuole “semplicemente” raccontare uno spaccato famigliare diluito in circa settant’anni di storia d’Italia – si va dal ventennio fascista al 69, anno della strage di Piazza Fontana ma anche dell’uomo sulla luna – ERAVAMO TANTO RICCHI è un condensato di eventi in cui chiunque abbia vissuto una parte di quegli anni non faticherà a ritrovarsi con un pizzico di nostalgia. In particolare negli affreschi famigliari in cui l’autrice sottolinea quasi con pudore l’importanza della famiglia e di quelle figure come sua madre e poi sua sorella impegnate a tenerla unita anche quando la drammaticità e tragicità degli eventi ne mettevano a dura prova la coesione.
In un’epoca come la nostra dove i rapporti umani sono sempre più scanditi dai ritmi veloci e volatili imposti dalla società del progresso, in cui l’amicizia e l’amore sono per lo più regolamentati dagli algoritmi di un sistema informatico che ci illude di avere un’infinità di amici conteggiando il numero di contatti e like che regolamentano la nostra vita sui social network dove mettiamo alla berlina la nostra esistenza senza chiederci chi ci sia dall’altro lato dello schermo, l’album di ricordi della Varriale è un prezioso spaccato di rapporti umani veri fatti di gioia e dolore, risa e lacrime, carezze e baci, rimproveri e schiaffi.
Per questo motivo il libro dovrebbe essere letto soprattutto dai giovani, vittime predestinate di un sistema in cui l’apparire a ogni costo sta producendo inconsapevoli mostri che non si preoccupano di bullizzare un compagno o violentare una ragazzina, registrando tutto con lo smartphorne per poi condividere i filmati in rete affinché il pubblico ammiri le loro gesta…
A riguardo non stupisce se un gruppo di insegnanti abbia imposto la lettura del libro ai propri allievi affinché scoprissero il significato dei valori di cui tratta il libro, come loro stesse hanno ammesso durante la discussione in sala.
ERAVAMO TANTI RICCHI ci racconta di un tesoro sempre più nascosto nelle profondità dell’animo umano. Di cui rischiamo di perdere ogni traccia in quanto la fiamma rischiarante il cammino che vi conduce arde nei nostri cuori e il propellente che l’alimenta è l’amore e il rispetto per il prossimo, al giorno d’oggi merci davvero rare.
Se perfino il regista Pupi Avati, dopo aver letto il libro, ha sentito l’esigenza di inviare una e-mail all’autrice ringraziandola per il proprio lavoro; esaltando i contenuti affrontati; mettendo a sua volta in risalto quanto nel dopoguerra si fosse ricchi pur avendo poco, risulta evidente, oserei dire scontato il valore sociale del volume.
La serata è stata allietata dalla splendida voce di Elda Salemme, figlia dell’autrice, che ha intervallato la discussioni con brani musicali, cantando in lingua inglese accompagnandosi con la chitarra. Concludendo, volendo giocare con le parole, potremmo dire che, presentando ERAVAMO TANTO RICCHI, “Il Centro” ha fatto centro!
Vincenzo Giarritiello