Ennesimo reato contro l’umanità e il patrimonio naturale: incendio a San Vitaliano
1 Luglio Comune di Cicciano : Ordinanza Contingibile ed Urgente a seguito incendio presso Lo Stabilimento Ambiente S.P.A. Di San Vitaliano
“Causa incendio sviluppatosi presso lo stabilimento Ambiente S.p.a. di San Vitaliano (Na) si consiglia di non trattenersi all’aperto. In particolar modo le autorità competenti quali Arpac, Vigili del fuoco, Prefettura e Protezione Civile danno le seguenti avvertenze da seguire nelle prossime 48 ore: non stendere panni all’aperto; limitare la permanenza all’aperto per asmatici e per tutti i soggetti affetti da problemi respiratori; evitare il consumo di frutta e verdura coltivata all’aperto; lavare con frequenza balconi e corti; lavarsi con frequenza soprattutto i bambini.
Nelle prossime ore saranno comunicati gli ulteriori sviluppi.”
Sen. Prof. Franco Ortolani , Geologo, Università di Napoli“Federico II”Geologia
“Ennesimo reato contro l’umanità e il patrimonio naturale: incendio a San Vitaliano, nella fertile pianura campana, in un impianto per il trattamento dei rifiuti.
Domenica 1 luglio, pomeriggio, si è sviluppato un incendio nell’area industriale di San Vitaliano in un impianto per il trattamento dei rifiuti, a pochi chilometri di distanza da Pomigliano d’Arco città natale del Ministro Di Maio.
Una colonna di fumo nero denso si è sollevata raggiungendo la quota di circa mille metri per poi dirigersi ad angolo retto verso NNE cioè verso l’area commerciale CIS di Nola e le retrostanti colline costituite da rocce carbonati carsificate molto permeabili. La dispersione successivamente si è indirizzata verso NE.
Anche il Ministro Costa è stato subito informato il quale ha provveduto a dare disposizioni alle istituzioni interessate.
Sull’immagine allegata, foto satellitare da Google, ho evidenziato l’ubicazione dell’impianto interessato dall’incendio e la scia lungo la quale avviene la dispersione degli inquinanti per vari chilometri verso NNE.
L’immagine piccola è stata scattata dalla mia abitazione a Napoli nord ed evidenzia il fungo di fumo sub verticale e la successiva disposizione verso NNE a circa quota 1000.
Se l’incendio continuerà potrà accadere che nelle ore notturne, con l’instaurarsi del vento di terra da NE, gli inquinanti possano essere dispersi verso sud ovest fino al Somma Vesuvio interessando anche i vari centri abitati attorno a San Vitaliano.
E’ aumentata l’attenzione verso l’inquinamento ambientale per cui si sta diffondendo la consapevolezza che il reato ambientale è un reato “prolungato” di tentato omicidio e tentata strage. In pratica un crimine contro l’umanità di oggi e di domani.
Così avevo scritto un paio di anni fa.
Prendiamo ad esempio l’inquinamento ambientale perpetrato per lunghi anni in parti della Piana Campana-Terra di Lavoro.
Chi sono i responsabili?
Prima di tutto coloro che devono tutelare e conservare le risorse naturali in base alle leggi vigenti e anche agli statuti regionali: siano essi in istituzioni civili e militari.
Coloro che devono tutelare i monumenti della natura come suoli fertili, acqua e aria e non agiscono di conseguenza anche emettendo provvedimenti palesemente inefficaci come fatto fino ad oggi per tutelare la “così detta terra divenuta dei fuochi”.
Coloro che attuano Operazioni deviate coperte anche da leggi ad hoc come ad esempio la così detta emergenza rifiuti in Campania.
Coloro che non fanno rispettare le leggi vigenti favorendo operazioni commerciali che danneggiano e distruggono le risorse naturali di superficie come l’acqua sotterranea e quella accumulata in bacini artificiali di importanza strategica come il bacino del Pertusillo in Basilica, val d’Agri.
Coloro che concedono permessi per attività petrolifere in aree caratterizzate dalla presenza dei serbatoi idrogeologici carbonatici carsificati naturali facilmente inquinabili che ci alimentano gratuitamente di acqua potabile con migliaia di litri al secondo dove vi è una palese incompatibilità tra attività private commerciali e tutela del bene comune acqua potabile.
Coloro che non difendono con appropriate leggi regionali i bacini idrogeologici in modo da impedire lo svolgimento di attività inquinanti: è il caso dei bacini idrogeologici della Campania, ad esempio, sui quali vi sono le mire delle compagnie petrolifere che sono interessate alla ricerca di eventuali giacimenti petrolifere nel sottosuolo. E’ il caso dell’inquinamento delle falde nella parte alta del bacino idrogeologico che alimenta alcune sorgenti del sarnese, avvenuto nel bacino della Solofrana in seguito a scarichi dei residui inquinanti delle lavorazioni industriali di Solofra.”