Disturbi Alimentari: un convegno per dar voce al dolore
Disturbi alimentari, un convegno per dar voce al dolore
In occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla, istituita per sensibilizzare sui disturbi del comportamento alimentare, l’Assessorato alle Politiche Sociali promuove il convegno “Anoressia, bulimia, binge eating: diagnosi psichiatrica o problema culturale?” nella mattina del 18 marzo, a partire dalle ore 09.00 presso la Sala Giunta del Comune di Napoli.
Fin dalla sua prima edizione, nel 2012, il “Fiocchetto Lilla” è un simbolo di aggregazione e, al tempo stesso, denuncia: nato dalla triste esperienza di Stefano Tavilla, fondatore dell’Associazione “Mi Nutro di Vita” e padre di Giulia, una splendida ragazza la cui vita si è spezzata proprio a causa di un disturbo dell’alimentazione, è diventato nel tempo megafono per quelle voci silenziose, eppure numerosissime, per lanciare un messaggio di speranza e lotta per la vita.
I disturbi del comportamento alimentare rappresentano una delle maggiori emergenze sanitarie del nostro tempo: “Migliaia di giovani, con le loro famiglie, combattono contro queste manifestazioni cliniche che sembrano avere assunto una diffusione epidemica – spiega Alessandro Raggi, Direttore del Centro di Psicologia Psicoterapicamente – per questo bisogna chiedersi cosa occorre fare, affinchè medici, psicologi, cittadini, famiglie, siano messi in grado di contrastare adeguatamente i disturbi dell’alimentazione”.
Chi soffre di disturbi dell’alimentazione, infatti, tende progressivamente ad isolarsi, a chiudersi nel suo disagio, nel suo inferno personale: “Si tratta di un fenomeno diffuso, ma spesso silenzioso – spiega l’Assessore Roberta Gaeta – accompagnato da un dolore che scava e distrugge dall’interno, provocando un vuoto ed un dolore che solo l’ascolto sincero e attento può aiutare a guarire”.
Il convegno, i cui lavori saranno aperti dal Sindaco Luigi de Magistris, ha l’obiettivo di porre al centro l’attenzione sui sintomi, sui comportamenti, sulle modalità attraverso le quali si manifestano i disordini alimentari e sui rischi per la salute che derivano da questi disturbi, in collaborazione con una rete di esperti e professionisti del settore, fra cui i centri Ananke per la cura dei disturbi alimentari e Psicoterapicamente.
“Bisogna interrogarsi ed impegnarsi– conclude la Gaeta – affinchè si costruisca un dialogo fra professionisti del settore e cittadini, per creare un ponte verso ogni silenzio, ogni dolore, ogni isolamento e costruire insieme una strada verso il benessere”.
Perché i disturbi alimentari non sono mai qualcosa di legato semplicemente al cibo, ma riflettono un mondo di emozioni che non riescono a trovare una strada migliore per venire fuori.