Ciao, Luciano!
Tra ieri e oggi ci hanno lasciato, a distanza di poco più di ventiquattro ore l’uno dall’altro, Andrea Camilleri, il papà del commissario Montalbano, e poi Luciano De Crescenzo, l’autore di Così Parlò Bellavista.
Se sulla scomparsa dello scrittore siciliano ho taciuto per una questione di pudore, rispetto e dignità personale non avendo letto praticamente nulla di suo se non qualche estratto dai suoi romanzi e qualche articolo apparso sui giornali, altrettanto non farò per De Crescenzo di cui ho letto praticamente quasi tutto, a partire da ZIO CARDELLINO il suo romanzo di esordio, a COSI’ PARLO’ BELLAVISTA che lo rese famoso in tutto il mondo, alla sua autobiografia STORIA DI LUCIANO DE CRESCENZO SCRITTA DA LUI MEDESIMO, unitamente a tutti i testi sulla STORIA DELLA FILOSOFIA GRECA.
Posso dirlo senza essere tacciato di piaggeria, fu proprio grazie ai suoi libri sulla filosofia che mi sono appassionato a questa disciplina: la semplicità della sua scrittura, unitamente alla sua innata ironia e indiscussa capacità di rendere comprensibili le cose difficili anche a chi non possedesse l’ABC, ne hanno sancito la grandezza letteraria, a prescindere da quanto ne dicessero gli addetti ai lavori, ossia i professori di filosofia, per fortuna non tutti, che vedevano De Crescenzo come il fumo negli occhi perché, a loro dire, s’era addentrato in un campo che non gli apparteneva, usurpandoli dello scettro della sapienza. Una sorta di moderno Prometeo, reo di aver rubato la sacra fiamma della conoscenza dall’Olimpo per offrirla agli uomini!
Se con Camilleri se ne è andato un pezzo di Sicilia, con De Crescenzo se ne va un pezzo di Napoli. Quella città che lui amava e odiava al tempo stesso a causa delle tante contraddizioni che la caratterizzano, che lui seppe mettere in luce nel suo capolavoro letterario COSI’ PARLO’ BELLAVISTA. E che anni dopo ebbe l’ardire, ma anche la straordinaria capacità, di trasporre in versione cinematografica nel doppio ruolo di regista/attore, dimostrando la propria versatilità artistica. A distanza di anni, tuttora quel film viene spesso replicato da qualche emittente napoletana e, come i film di Totò, lo si rivede sempre con piacere.
Se del privato di Camilleri si sa poco o nulla, di De Crescenzo s’è saputo molto essendo stato oggetto di gossip per le tante storie d’amore che ha vissuto con star nazionali e internazionali. Una su tutte Isabella Rossellini!
Ero poco più che quindicenne quando lessi COSI’ PARLO’ BELLAVISTA: comprai il libro in una cartolibreria a Portici dove eravamo in visita dai genitori di papà. Quando uscii con il libro tra le mani e glielo mostrai, papà disse, “All’interno si racconta l’episodio di quando, mentre era da Minale – Minale è il negozio di giocattoli dove papà ha lavorato per oltre quaranta anni – per degli acquisti, gli rubarono degli oggetti dall’auto parcheggiata a Piazza Mercato!”’. Quell’episodio è stato trasposto nel film con la magistrale interpretazione di Riccardo Pazzaglia nella scena del Cavalluccio Rosso.
Pur conoscendolo come si può conoscere un cliente affezionato, di De Crescenzo papà ne parlava con rispetto, definendolo un signore sorridente e disponibile con tutti.
Da ieri la Sicilia è in lutto per la scomparsa di Camilleri, da oggi Napoli lo è per quella di De Crescenzo. Ma non avendo l’arte confini, tra ieri e oggi in lutto è il mondo intero dell’arte e della cultura nazionale e mondiale.
Speriamo che il Senato, così come ieri ha tributato un minuto di silenzio allo scrittore siciliano, altrettanto faccia oggi per la scomparsa di De Crescenzo. Entrambi con le loro opere hanno contribuito a rendere grande l’Italia.
A dispetto di alcuni politici che con le loro sbruffonate e cialtronerie non fanno altro che gettare fango sulla nazione!
CIAO, LUCIANO!
Vincenzo Giarritiello