Il Viaggio di Nabil- Teatroalladeriva
Alle Terme – Stufe di Nerone (Bacoli-NA) Domenica 14 Luglio, alle ore 21.30, si terrà il secondo appuntamento con l’8a edizione della rassegna TEATROallaDERIVA (il teatro sulla zattera), ideata da Ernesto Colutta e Giovanni Meola, che ne firma la direzione artistica per il settimo anno.
VocAzioni Creative presenta Il viaggio di Nabil, un poema epico contemporaneo di Daniele Virgillito, con la riduzione teatrale di Fabio Pisano e l’ideazione scenica e la regia di Stefano Amatucci. In scena troviamo Ivan Boragine, Rosario D’Angelo, Francesco Manisi e Gianluca Pugliese. Ispirato ad un poemetto in versi, bestseller in digitale, lo spettacolo è una ‘piccola Odissea’ contemporanea. Il viaggio di Nabil su un barcone clandestino diretto in Sicilia, per ritrovare la fidanzata, lo porterà a contatto con profughi e scafisti malfattori. Il tutto ambientato su di una pedana incerta sulla quale gli attori sono sempre in bilico, come le esistenze degli immigrati che interpretano.
Note di regia
“IL VIAGGIO DI NABIL” di Daniele Virgilito, è un bestseller digitale, alla sua uscita ha superato nella classifica Amazon, in copie vendute, le opere di Omero, Dante ed altri poeti di fama mondiale. Ora diventa uno spettacolo teatrale. L’opera narra del viaggio intrapreso da Nabil, giovane traduttore egiziano, su un barcone clandestino diretto in Sicilia. Nabil vuole ritrovare Yara, la sua ragazza, scomparsa in circostanze misteriose. Nel barcone, guidato da uno scafista senza scrupoli, Nabil verrà a contatto con numerose storie di profughi.
Ho già affrontato il tema dell’immigrazione con il film “Caina” dove l’ODIO è il tema centrale della storia ed è raccontato dal punto di vista di una occidentale razzista e xenofoba. In “IL VIAGGIO DI NABIL”, la storia è narrata dal punto di vista dei profughi e tutte le vicissitudini che sono costretti ad affrontare durante il lungo viaggio prima nel deserto e poi in mare, sui barconi. L’AMORE è il motore scatenante della storia, quindi i ricongiungimenti sentimentali, che sono un diritto inalienabile. IL VIAGGIO DI NABIL vorrei fosse visto soprattutto da giovani, affinché la cultura dell’accoglienza, dell’integrazione e della compassione, prenda il posto di quella dell’odio e del razzismo e del peggio “populismo slogan ” che come un virus sta contagiando l’Italia, l’Europa e tutto l’Occidente. È proprio dai ragazzi che bisogna ripartire. Essi rappresentano il futuro del nostro paese. Non dobbiamo dimenticare le idee illuministiche e progressiste che abbiamo conquistato con fatica nei secoli e che sono le fondamenta della nostra DEMOCRAZIA e CIVILTA’, e non solo la nostra. È importante che ognuno di noi, come può, dia il suo contributo nel costruire un mondo senza guerre di razza, senza muri ideologici e religiosi, con porti, menti, cuori e braccia aperte. Io cerco di farlo attraverso il mio lavoro.
Il testo di Daniele Virgilitto, “Il viaggio di Nabil”, affronta la questione dell’immigrazione in un modo originale: è un poemetto in versi. Mi piace definirlo un “Piccola Odissea” contemporanea. Come Ulisse navigò affrontando mille difficoltà per ricongiungersi alla sua amata Penelope, così il giovane Nabil, affronta mille difficoltà per ritrovare la sua Yara.
Per la messa in scena, ho immaginato uno spazio vuoto, spoglio, al centro del palco solo una pedana con declivio e con luci a vista. Essa diventa il barcone su cui si compie il lungo viaggio. La difficoltà di recitare su una pedana con una pendenza così importante, costringe i 4 attori ad uno sforzo fisico non irrilevante e ne risalta la fatica nel muoversi e la difficoltà di trovare il giusto equilibrio. I personaggi sono sempre in bilico, così come sono le esistenze degli immigrati in caso loro, sul mare nei barconi e nei paesi in cui vengono ospitati, quando non sono lasciati giorni e giorni in mezzo al mare.
Stefano Amatucci
la rassegna | TEATRO ALLA DERIVA
Manifestazione teatrale unica in Italia e appuntamento fisso del territorio flegreo, offre un programma di forte impatto ed alternativo. La sua unicità risiede nel far andare in scena gli spettacoli su di una zattera galleggiante sull’acqua, costruita appositamente e posizionata all’interno del laghetto circolare delle Stufe di Nerone.
Scenario suggestivo, distanza dal caos della città, particolarità dello spazio scenico, tutto concorre ad accogliere un pubblico sempre più numeroso, anno dopo anno, nonché quattro spettacoli che proveranno a far ridere, emozionare, pensare, smuovere menti e viscere, in una parola a cercar di creare la magia del teatro.
«Otto anni non sono tanti in assoluto ma lo sono quando una rassegna come questa, che non ha aiuti esterni e si regge sulle proprie gambe sin dall’inizio, riesce a creare un interesse e una partecipazione costanti e crescenti. TEATRO alla DERIVA è un piccolo miracolo di resistenza e presenza su un territorio povero di offerte teatrali nei lunghi mesi estivi. Un piccolo miracolo di cui sono onorato di firmare ancora una volta la direzione artistica per un cartellone che, quest’anno, presenta quattro spettacoli eccezionalmente pertinenti allo spazio scenico (unico e particolarissimo) che li ospita. La nostra zattera galleggiante non poteva essere palcoscenico migliore per un lavoro ambientato in un non-luogo, sorta di isola claustrofobica (‘Chiromantica Ode Telefonica agli Abbandonati Amori’) così come per una drammaturgia del viaggio, clandestino, che si consuma proprio su un barcone (‘Il Viaggio di Nabil’). La zattera diventa spazio scenico perfetto anche per ‘Tre. Le Sorelle Prozorov’ (primo lavoro da me diretto che decido di ospitare in questi anni), un Cechov riscritto con tre sole attrici, perse ed isolate, in particolare da una vita davvero vissuta. E location ad hoc è anche per ‘L’Ammore nun è Ammore’, splendida cavalcata tra i sonetti di Shakespeare, ma in napoletano, versi che prendono il volo pur restando con i piedi ben piantati in terra, anzi al confine tra terra ed elemento liquido.
Sono convinto di aver firmato un cartellone di enorme spessore e valore artistico (dal pluripremiato Lino Musella a Virus Teatrali, da Stefano Amatucci al Civico 14), con un carico di potenza evocativa accresciuto dalla location unica e dal calore del nostro pubblico in crescita anno dopo anno». Giovanni Meola | direttore artistico
Gabriella Galbiati