Il Giullare dell’Etere – di Clara Cecchi

“Buongiorno Madonna! Come stai? Benvenuta nel mondo dei sogni, del gioco e delle illusioni…”

La donna fissò lo schermo del computer appena acceso: alle sette del mattino, davanti a una tazza di caffè bollente, quelle parole l’affascinarono come sempre.

“Buongiorno Messere…” digitò velocemente sulla tastiera: una frase di rito che rappresentava il suo passaporto per un mondo immaginario, virtuale, un rifugio emotivo libero da regole e preoccupazioni. Un brivido a fior di pelle: la conversazione incominciò.

Dopo, sfinita come per un amplesso a lungo atteso e desiderato, si chiedeva ogni volta perché si sentisse così tanto appagata da quel fiume di parole in piena che la travolgeva, da quel sottile gioco seduttivo che aveva scoperto in sé per puro caso…ma il caso esiste? E se invece fosse stato il destino a guidarla, oppure senza saperlo fosse stata sua precisa intenzione arrivare alla scoperta di quella se stessa sconosciuta? Sarebbe rimasta per sempre in dubbio, ma ormai non poteva più smettere, nemmeno era in grado di pensarci.

Spense il computer a malincuore e il monitor improvvisamente buio le procurò quasi un senso di mancamento, una stretta al cuore: dall’altra parte dello schermo, in una stanza chissà dove, in una città chissà dove, in un mondo chissà dove, un uomo senza un nome reale, anzi un’idea di uomo che non conosceva e che non avrebbe mai conosciuto, stava compiendo i suoi stessi gesti, provava le sue stesse sensazioni, condivideva i suoi respiri, esorcizzava le sue paure, alimentava i suoi desideri…un gioco ammaliante, eppure talvolta così inebriante da diventare pericoloso per la mente: difficile distinguere la fantasia dalla realtà… ma in fondo che le importava, se la sua realtà ormai era così vuota?

“Buonasera Madonna, ti aspettavo…sei pronta a sognare ancora con me?” davanti alla solita cena solitaria consumata sempre più in fretta, un altro brivido la colse.

“Sempre di più Messere…in che mondo mi condurrai, stasera?”

“Te ne accorgerai da sola, lasciati andare ai tuoi sogni e sorridi con me…io sono il giullare dell’etere…” le parole scritte, insinuanti, carezzavano lo schermo con la loro morbida dolcezza.

E la conversazione continuò, a tratti lenta, rilassante, a tratti serrata, incalzante: un pas de deux intrigante, un antidoto sicuro alla frustrazione e alla solitudine della vita quotidiana. I suoi vecchi sogni dov’erano finiti? Condizionati dagli infiniti eventi dell’esistenza umana si erano persi in mille e mille vicoli senza uscita. E il gioco? Perché rinunciarci? Che cos’è la vita senza la libertà di giocare e sorridere? Domande e risposte, frizzi e lazzi, quasi antiche schermaglie amorose, una sorta di gioco di ruolo d’altri tempi.

Quando lei, dopo ore, si decise ad andare a dormire era notte fonda e aveva perso ogni senso della realtà. Si girò e rigirò nel letto, insonne: davanti agli occhi allucinati le balenavano ancora quei fiumi di parole, milioni di immagini diverse, fantasie potenti, suggestioni inarrestabili. Chi sei, tu, giullare dell’etere, che mi cerchi, mi prendi per mano e mi guidi alla scoperta di mondi sconosciuti e lontanissimi? Non m’importa il tuo viso, il tuo corpo, il suono della tua voce né il tuo nome, voglio giungere con te fin dove riesci a scatenare i miei sogni e voglio restarci!

Che ne sapevano gli altri della sua solitudine, dei suoi desideri e delle sue passioni? Nessuno si era preso la pena di ascoltarla, solo il giullare dell’etere riusciva a capirla, solo con lui si sentiva finalmente viva…

Si alzò dal letto farneticante, si avvicinò al tavolo e accese di nuovo il computer…il solito brivido di eccitazione: era così facile raggiungerlo, lui certamente era ancora lì, l’unico punto fermo della sua vita, la sua magnifica ossessione: sapeva che la stava aspettando e se lei avesse voluto sarebbe stato per sempre…

Seducenti, subito le parole lampeggiarono nel buio della stanza:

“Bentornata Madonna, ti stavo aspettando! Sapevo che non avresti più fatto a meno di me, lasciati ammaliare…seguimi e potrai assecondare le tue fantasie, dammi la mano e ti condurrò con me lontano da tutto, nel mondo irreale dei sogni, del gioco e delle illusioni…”.

A lungo in bilico fra realtà e fantasia, la sua mente confusa aveva perso il controllo della ragione e varcò il confine senza esitare: ormai era andata troppo oltre, non poteva più fermarsi.

Decisa sfiorò la tastiera…nella sua follia non sapeva come fosse possibile, ma era certa che questa volta non sarebbe più tornata indietro.

 

Clara Cecchi