“Silenzio” un racconto di Clara Cecchi
La donna, nel silenzio improvviso della sua casa, si guardò intorno e si accorse che non c’erano più parole da raccogliere: il brusio era cessato.
Nessuna parola nella cucina immacolata, vuoto sui muri, sulle piastrelle asettiche, sul frigorifero bianco, sul pavimento privo di tracce. Nessun fermento nell’aria immobile, nessuna animazione: scomparsi i parlottii eccitati e scomposti, i desideri frenetici di trasformazione, l’ansia insopprimibile di scoprire e farsi scoprire.
Più nessuna parola di nessun tipo, nemmeno le più tenere e appassionate d’amore, neppure quelle esasperate di rabbia, oppure sconvolte di paura o accorate di dolore.
Lei cercò a lungo, dapprima incredula: le parole non scompaiono all’improvviso nel nulla, specie dopo aver premuto così tanto per uscire con la forza di un fiume in piena. Angosciata cercò in ogni angolo più buio e nascosto della sua cucina, poi sperò anche che, per qualche motivo inspiegabile, avessero deciso di trasferirsi in altre stanze della casa e accese tutte le luci…Era grande la sua casa, c’era tanto spazio vuoto da riempire e con affanno frugò dovunque alla ricerca di un sussurro, un minimo bisbiglio, un accenno del magico brusio che a lungo l’aveva resa viva. Eppure, neanche lì niente da fare: loro non rispondevano più.
Si chiese se non potessero farlo perchè davvero tutte le emozioni erano state vissute, le parole erano state tutte pronunciate e non esistevano più, oppure se non volessero e si tenessero nascoste per una sorta di loro misteriosa difesa interiore. Il fatto era, tuttavia, che il loro incessante e benefico fluire era stato interrotto, perso il contatto, svanita la magia. Silenzio assoluto.
La donna allora s’interrogò se la causa di quell’assenza non potesse essere proprio lei: forse non era più in grado di vederle né di sentirle? Magari erano nascoste sotto altre forme sconosciute e lei non era capace di riconoscerle e afferrarle? Era il suo animo che si rifiutava di percepire i sentimenti di trasformazione che loro, a fatica, cercavano di descrivere dentro di lei? Era lei che in qualche modo, senza volerlo, bloccava la loro capacità di espressione?
Disperata decise di tentare il tutto per tutto e urlò: le chiamò a gran voce buttando fuori tutto il dolore per la loro mancanza, le blandì anche, per suscitare di nuovo il loro interesse le lusingò, perfino le minacciò…speranzosa rimase ancora un attimo ad ascoltare, infine rassegnata si arrese.
La donna, nel silenzio della sua casa, chinò la testa; spense tutte le luci, posò carta e penna e smise di raccontare.
Clara Cecchi