“Memorie di un vecchio pittore” – un racconto di Clara Cecchi

Il vecchio allungò il braccio scarno sul tavolo ingombro di carte, le membra affaticate dal peso degli anni, posò la penna e alzò la testa dal grande libro su cui stava scrivendo le sue memorie, poi chiuse gli occhi.

Un flash improvviso e l’immaginario dipinto è lì, davanti a lui.

Un ragazzo, milioni di anni fa: riccioli neri e l’aria perennemente imbronciata, un grande desiderio di dipingere, la voglia di esprimere con tele e pennelli miriadi di emozioni contrastanti, un carattere irascibile e violento, una lunga strada davanti a sé lastricata da mille difficoltà e tentazioni, i morsi subdoli e velenosi di un rettile contro cui è difficile lottare…ma dagli errori s’impara, la vita va avanti, il desiderio di raccontare cresce e con lui le parole corrono veloci e i pennelli volano instancabili.

Il ragazzo diventa un adolescente. Il vecchio socchiuse gli occhi e sorrise, consapevole di quanto a quell’età la vanità possa influire sulle scelte future, di quanto quel giovane fosse innamorato di se stesso e delle proprie capacità, desideroso di essere ammirato, ambizioso di riconoscimenti e di gloria: ma la risposta, la via giusta da perseguire non passa attraverso l’egoismo, con la saggezza dell’età ora lo sa bene…e il filo dei ricordi continua a dipanarsi.

Spalancò gli occhi, il vecchio, e per un attimo sembrò tornato l’uomo di secoli prima, centinaia di anni gli caddero dalle spalle all’istante come un pesante mantello: l’amore…memorie apparentemente sepolte, sensazioni sopite…Rivede la donna: occhi socchiusi e una lunga chioma bionda, labbra semiaperte del colore di porpora, incarnato di rosa nell’ovale perfetto. In attesa, così la ricorda la sua donna e la dipinge nella sua mente: desiderata, amata e difesa a spada tratta dal mondo intero, perdonata e redenta. La crescita di un uomo, ora il vecchio lo sa, passa anche dal perdono e dalla redenzione: un amore appassionato e contrastante, carnale e puro, sensuale e mistico, un’estasi assoluta, questa è stata per lui. La mano del vecchio si contrasse debolmente, quasi ad afferrare attraverso il dipinto della sua mente ancora un attimo di quella totale felicità, la perfezione di quei momenti…ma la felicità non è per sempre.

La vita continua a scorrere e a delinearsi intrecciando quadri e ricordi. Intemperanze, risse, viaggi avventurosi, la passione per la pittura, la ricerca della luce e i colori, un realismo crudo e sincero, i rifiuti, i grandi riconoscimenti, la gloria: la strada è sì lastricata di avventure e avversità contro cui lottare, ma va sempre percorsa fino in fondo, ora il vecchio lo sa, fino alla malattia e alla morte…e la morte che altro è se non la degna conclusione di un’esistenza pienamente vissuta?

S’interrogò il vecchio, in quegli ultimi istanti, mentre andava dipingendo con i pennelli della mente anche il quadro finale della sua vita. Si chiese se fosse stato saggio ripercorrere in un attimo un tempo così lungo: a che serve guardare indietro, illudersi di recuperare il tempo perduto?

Eppure la gioia di quei brevi ricordi lo aveva appagato, riconciliato con se stesso: non erano state illusioni, superate le vanità e le passioni del mondo ora era pronto a distaccarsene con serenità. Era diventato un vecchio pittore saggio e consapevole, un artista che lasciava ai suoi seguaci un’enorme eredità, un patrimonio di ricordi impressi a colori vividi su innumerevoli tele, anni e anni di esperienze e di vita che non sarebbero mai andate perdute…una testimonianza dal valore inestimabile, una traccia indelebile di sé.

Il vecchio chiuse con fatica il grande libro, aveva avuto le risposte che cercava ed era in pace con se stesso: ora la sua strada era giunta alla fine del percorso stabilito. Rilassò le membra stanche, appoggiò la fronte sul tavolo di legno e chiuse gli occhi, le labbra distese in un sorriso sereno.

La mano aperta depose l’immaginario pennello…l’ultimo quadro, il più importante per lui, si era finalmente compiuto.

Clara Cecchi