Il Volo, un racconto di Clara Cecchi

C’era una volta tanto tempo fa, forse in un’altra vita, un piccolo grillo.

Anzi, a dire la verità era un grillo femmina e abitava in una confortevole casetta proprio nel centro di un grande bosco fitto, pieno di animali e di vita. Il piccolo grillo non aveva mai pensato di essere scontento di abitare nel grande bosco, la sua casa era lì da tutta la vita e lì erano i suoi amici e i suoi parenti: che poteva desiderare di più?…Da qualche tempo, però, lei si scopriva sempre più desiderosa di guardare in alto, oltre il fogliame fitto e ombroso degli alberi imponenti e maestosi, oltre il confine mai valicato del grande bosco. Protettivo sì, ma anche un po’ noioso, a dire la verità, senza sole: si sorprendeva a spiare con occhi avidi gli sprazzi di cielo che ogni tanto si aprivano, azzurri e luminosi, come varchi magici fra gli alberi, passaporti per mondi sconosciuti e misteriosi. Sognava di andare lontano, non per sempre, questo no, non avrebbe mai potuto abbandonare il suo bosco, il suo rifugio sicuro, però …

“…però ogni tanto una piccola oasi di caldo sole ci vuole, in tanta fresca ombra!” diceva chiacchierando a ruota libera con i suoi amici di sempre

” Attenta – l’ammonivano loro, prudenti – I raggi del sole sono benefici, ma ad avvicinarsi troppo possono bruciare! Inoltre tu sei solo un piccolo grillo, puoi saltare e volare basso e vicino a terra, come pensi riusciresti a superare la barriera dei grandi alberi? ”

” Lo so, lo so…- ripeteva lei insofferente- non ho possibilità…però se anche ce ne fosse solo una varrebbe la pena tentare…” e sospirava, sconfortata.

Un giorno, saltellando e svolazzando qua e la nel grande bosco, in un punto fitto e intricato di rami e foglie da dove nemmeno il più piccolo raggio di sole sarebbe mai potuto passare, il piccolo grillo femmina sentì all’improvviso una voce alta e forte che la chiamava:

” Salve! Buongiorno madame, come va?…

“…dici a me???- si stupì lei, socchiudendo gli occhi per meglio individuare da dove veniva la voce. Da sopra la cima di un albero distinse netta la figura di un grande falco! E che ci fa qui nel bosco un falco? I falchi sono predatori, vivono liberi sopra le montagne, a contatto con il cieli, proprio vicini vicini al Paradiso…pensò lei meravigliata e con una punta di invidia.

“Certo, a te madame, a chi se no? Vedi nessun altro qui intorno?” rise il falco, allegro

“In effetti…perdona la curiosità, ma che ci fai qui?”

“Ho perso la strada!- rise ancora il falco, ma non sembrava affatto preoccupato- ieri sera ho fatto bisboccia con gli amici e non ricordo niente!…magari potresti indicarmela tu?”

” Io???…non mi sono mai allontanata da questo bosco in vita mia! Come potrei aiutarti?” ora veniva da ridere anche a lei

“Beh…c’è sempre una prima volta no?…e poi due teste ragionano meglio di una, quattro occhi vedono meglio di due: insieme riusciremo a trovare il varco per uscire dal folto del bosco e risalire verso il cielo.”

” Volare verso il cielo io? Magari poter sfiorare il Paradiso…ma sono solo un piccolo grillo che può saltellare e volare basso, non mi vedi?” le veniva ancora da ridere, ma una punta di speranza, una piccolissima punta di speranza cominciava insinuarsi in lei…

“Ti vedo eccome! Ho una vista da falco,sai?…-e lui rise ancora- non mi sfugge niente, nemmeno tu! Mi sei simpatica piccolo grillo, mi diverti…vieni con me, usciremo dal bosco e ti porterò io in alto, vicino vicino a quel Paradiso che sogni da tanto tempo! Voleremo insieme lontani da questo bosco cupo e senza sole, vuoi?…”

Era una proposta così allettante che lei quasi non ci credeva…sta capitando a me, proprio a me!…pensava…il grande falco ha scelto me per volare insieme, insieme troveremo la strada…era stata davvero fortunata a incontrarlo!

“Allora? Che decidi? Se mi aiuti a uscire di qui ti farò scoprire mondi meravigliosi che nemmeno immagini! ” il falco insisteva, guardandola con aria sorniona, la voce allegra e suadente…

Ora o mai più, il bosco non lo sposta nessuno, pensò lei, al ritorno lo troverò ancora qui ad aspettarmi…e d’impulso si tuffò:

“Va bene, sono pronta! Dimmi che devo fare…” sussurrò con il cuore a mille per l’ansia e l’eccitazione.

“Salta qui vicino a me, mettiti comoda e aggrappati al mio collo, non avere paura…presto saremo fuori di qui, liberi.” rispose lui con aria soddisfatta

E così il piccolo grillo femmina spiccò il volo, il volo più lungo e pericoloso che avesse mai fatto nella vita. Con la sua esperienza del bosco riuscì in un battibaleno a indicare al falco il varco per librarsi in volo e da quel momento in poi iniziò la sua grande avventura. Stranamente, pur essendo piccola e inesperta, non provò nemmeno un brivido di paura nel solcare l’enorme spazio libero del cielo, solo una grande felicità: sembrava nata apposta per volare in alto e la vicinanza del falco la rassicurava tanto da incitarlo a salire sempre di più. Il falco vedeva la sua gioia e gioiva con lei: i loro occhi si riempivano di sole e di infinite cose da scoprire insieme. Sembrava che quella strana e insolita coppia avesse trovato insieme il proprio destino.

Le cose belle, però, si sa non durano in eterno…glielo avevano detto al piccolo grillo femmina di stare attenta, l’avevano avvertita gli amici del bosco che con il calore del sole ci si può anche bruciare: il desiderio di volere a tutti costi sfiorare il Paradiso è rischioso, alla fine il gioco può rivelarsi molto pericoloso. Per qualche tempo lei continuò a bere sorsate di ossigeno puro in compagnia del falco, finché un giorno…

Un brutto giorno il falco, che aveva sempre avuto cura di non esporla più di tanto ai raggi pericolosi mantenendo una distanza di sicurezza dal sole, all’improvviso si dimenticò di lei. Proprio così. Senza una ragione precisa, si scordò della sua presenza, ignorò la fragilità di quel piccolo grillo che stava saldamente attaccato al suo collo e superò il limite consentito dalla prudenza. Forse il motivo scatenante fu uno splendido falco che volandogli intorno lo chiamava verso nuovi orizzonti e nuove avventure, forse semplicemente si era stancato di solcare quei cieli, o forse voleva mettersi ancora una volta alla prova sfidando il calore del sole…non lo sapremo mai, il fatto è che si dimenticò di lei. E salì più in alto del dovuto. Lei si accorse quasi subito che qualcosa non andava, i raggi ustionanti le accecavano gli occhi e bruciavano il piccolo corpo fragile e disperata cercò di avvertirlo…lo chiamò e richiamò, ma lui era preso dall’ebbrezza di seguire il falco tentatore che lo attirava all’avventura e con lui provare a toccare il sole e non si fermò.

Fu così che il piccolo grillo femmina si bruciò, come le era stato predetto. Non morì, perché per sua fortuna nell’istante in cui sfiorò il sole il grande falco ebbe un sussulto che la fece sbalzare lontano da lui lasciandola cadere giù, sempre più giù in picchiata verso la terra fino a che, miracolosamente, non rimase impigliata nei rami fitti e intricati di foglie di un maestoso albero: il grande bosco, la sua casa da sempre, fu per lei la salvezza, ma…nel momento del massimo contatto con il sole i suoi occhi erano rimasti irrimediabilmente bruciati. Tornò a vivere nella sua confortevole casetta e a saltellare all’ombra dei cespugli lì intorno, ma non poté mai più azzardarsi a volare, nemmeno qualche piccolo volo, verso le cime di quegli alberi più bassi che conosceva bene.

Aveva sfiorato il Paradiso, ma ora non le restava che il ricordo: del resto lo sanno tutti, un grillo non è nato per il cielo.

 

Clara Cecchi