Storie di Viti e Vigne, serate enogastronomiche

Napoli, 18 ottobre, presso l’Enosteria Cap’Alice di Mario Lombardi, in Via Bausan a Napoli, si è tenuto il primo incontro del nuovo ciclo 2018/2019 di Storie di Viti e di Vigne, serate enogastronomiche ideate e condotte dalla giornalista enoica e gourmet Marina Alaimo.

Nel corso di questa prima serata della nuova annata (la quinta, a conferma del successo che sta avendo questa iniziativa), è intervenuta, con i suoi vini, Matilde Poggi, titolare dell’Azienda Agricola “Le Fraghe” di Cavaion Veronese, sul Lago di Garda, e presidentessa della F. I. V. I. – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Insieme a lei c’erano, e hanno portato i loro vini, i produttori campani F. I. V. I. Andrea Matrone della “Cantina dei Matroni” di Boscotrecase, Luigi Maffini dell’omonima azienda agricola di Giungano, nel Cilento, Enza Saldutti de “La Cantina di Enza” di Montemarano e Luca Miraglia del “Podere Bellosguardo” di Pratovecchio Stia, in Toscana, pur essendo il titolare campano doc. Erano presenti Annibale Discepolo, giornalista de “Il Mattino” e Fosca Tortorelli, espertissima sommelier. Nella sua introduzione, Marina Alaimo, presentando la F. I. V. I. che è un’associazione di piccoli e piccolissimi produttori di vino che però hanno come prerogativa quella di svolgere la loro attività a 360°,  coltivando in proprio le uve, vinificandole e imbottigliando i loro vini, si è chiesta come mai nel mondo del vino fosse, ormai, così cospicua la presenza delle donne. A questa domanda, ha trovato lei stessa la risposta: perché il mondo dei piccoli e piccolissimi produttori enologici è caratterizzato dalla conduzione familiare e dove c’è la famiglia ci sono le donne come protagoniste. Matilde Poggi, nel suo intervento, ha ribadito che la F. I. V. I. non vuole essere un consorzio di imprenditori, ma una grande famiglia di piccole famiglie che si incontrano, si confrontano, si uniscono e si aiutano a vicenda. Ecco dunque che la famiglia, intesa non solo come cellula sociale e riproduttiva, ma anche come unità economica e produttiva, torna in auge e sostiene un intero settore che non è solo economico, ma rappresenta la storia, la tradizione e la cultura del nostro paese. Dopo le note introduttive, si è passati alla degustazione dei vini. Andrea Matrone ha proposto due annate, 2015 e 2016, del suo Lacryma Christi bianco, un vino che esprime con la sua sapidezza e il suo bouquet tutta la mineralità e tutta la fioritura del nostro Vesuvio. Luigi Maffini ha portato due annate, 2014 e 2016, del suo Fiano Pietraincatenata, un vino intrigante e affabulatore come lui. I vini di Matilde Poggi sono state due annate, 2015 e 2016, del suo Bardolino Brol Grande, a base di uve tipiche Corvina e Rondinella, un vino bonario e accogliente come il Lago di Garda dal quale proviene. Enza Saldutti, una donnina apparentemente mite, gentile e delicata, ha invece proposto due vini potenti e strutturati: il Taurasi 2011 “Padre” e l’Aglianico 2013 “Passione”. Con queste denominazioni, l’energica Enza dalle idee chiare, ha ribadito, in qualità di donna protagonista del mondo del vino, i concetti precedentemente espressi da Marina Alaimo e da Matilde Poggi: che i piccoli produttori, per fare  vini eccellenti, hanno bisogno di grande e solida unità familiare e di un’immensa passione. Infine, Luca Miraglia ha fatto degustare il suo Syrah toscano, un vino che riflette la boschività del Casentino, da cui proviene, e la competenza appassionata del suo produttore. La serata, nel corso della quale non si è potuto non osservare la perfezione dell’organizzazione, perché non è facile fare assaggiare, con l’accompagnamento illustrativo, a una platea numerosa di degustatori, ben nove vini di rilevante qualità, si conclusa con l’ottima cena proposta da Mario Lombardi, patron di Cap’Alice, a base di Baccalà accompagnato da papaccella e vellutata di ceci, Gnocchi con Salsiccia di Castelpoto e crema di zucca e uno squisito Tiramisù.

Pasquale Nusco