Acustica…la scatola dentro la scatola
Nicola Vallefuoco Ingegnere
vallefuoco.nicola@solidoconsult.com
In un precedente articolo ho parlato dell’isolamento termico oggi vorrei affrontare un tema altrettanto delicato e sentito come quello dell’acustica. Richiamiamo, per chi non avesse letto il primo articolo, il concetto generale di isolamento ossia “tecnica mediante la quale si può ostacolare in modo più o meno completo il passaggio di energia” (fonte: Treccani).
Affianchiamo a questo concetto quello di acustica; l’acustica è un settore molto vasto delle scienze e abbraccia vari campi ma iniziamo a capire cos’è il suono. Il suono non è altro che una vibrazione (meglio ancora, pressione) che colpisce il nostro timpano, trasformato poi dagli ossicini presenti nel nostro orecchio in impulsi nevosi e tradotti dal nostro cervello come “suono”. Detto questo capiamo bene come il concetto di suono è tutto quello che noi udiamo attorno; suono è il fruscio delle foglie, suono è una voce che ci parla, suono è la musica che ascoltiamo. Tutti sono suoni che possono avere accezione negativa, se ci arrecano fastidio (esempio il frastuono del traffico), o positiva se ci danno piacere (immaginiamo la nostra musica preferita).
Abbiamo detto che il suono non è altro che una vibrazione o pressione che arriva al nostro timpano ebbene tale pressione è misurabile, alle stregua di quella sanguigna, e si esprime in decibel. Volendo quantificare ciò che normalmente ci circonda possiamo, con una buona approssimazione dire che, un televisore a medio volume genera un suono attorno 50/60 decibel, il clacson di una macchina sugli 80 decibel mentre per un aereo in decollo siamo sui 110 decibel.
Ovviamente ognuno di noi ha un timpano più o meno sensibile e pertanto in grado di udire anche suoni a volumi molto bassi (pochi decibel), diremmo così che “ci sente meglio”, ma tutti abbiamo quella che viene chiamata soglia del dolore; in pratica il nostro timpano può reggere pressioni fino ad una certa intensità dopo tale valore si può avvertire dolore. Senza arrivare a questo, se noi stressiamo il nostro timpano molto e continuativamente, ad esempio con cuffiette a volume molto elevato, ecco che il nostro timpano prede di sensibilità e ci “sentiamo peggio”. Ricordo ancora le parole di mia madre di qualche anno fa:”non mettere le cuffie a volume alto che poi diventi sordo”….forse un po’ esagerato ma il concetto era giusto.
Questa piccola divagazione era doverosa per chiarire un po’ di concetti a chi non ha alcuna infarinatura tecnica in merito. Abbiamo detto che il suono può avere una accezione positiva ed una negativa ed è su queste ultime che ci soffermeremo in relazione alle nostre abitazioni. Quando un suono ci infastidisce in casa o meglio quali sono i suoni che ci danno fastidio in casa?
– il rumore dei tacchi/scarpe/sedie del nostro vicino al piano superiore
– il televisore/vociare del nostro vicino
– i rumori della strada (voci, traffico, clacson..)
– il rumore dell’ascensore che sale e scende
Bene tutti questi sono sempre suoni ma, come detto, sono percepiti come fastidiosi; ovviamente questi disturbi ognuno di noi li percepisce in modo diverso e quindi un soggetto molto sensibile (che sente molto bene) ne avrà maggior fastidio rispetto a un soggetto meno sensibile. Così come di notte tutti percepiremo “di più” questi fastidi perché non ci sono tutti quei rumori come il traffico, il vociare della strada ecc.
Va detto che il suono si muove (tecnicamente si dice “viaggia”) sia attraverso l’aria che attraverso i materiali; quello che ascoltiamo da una radio è un suono che si muove nell’aria mentre il classico rumore di scarpe dal piano superiore si muove attraverso il solaio, i pilastri e le travi del nostro edificio.
Bene! Abbiamo capito cos’è il suono, abbiamo capito come il suono si muove nei nostri edifici ed abbiamo capito quali sono i reali fastidi che possiamo avere nelle nostre case, ora cerchiamo di individuare alcune soluzioni per ridurli.
Il titolo del mio articolo, “la scatola nella scatola”, avrà incuriosito ed ora spieghiamone il significato. Immaginiamo la nostra abitazione come una scatola dove i quattro lati sono i muri, le pareti, ed il fondo e il tappo della scatola sono il solaio su cui camminiamo e quello che abbiamo sulla testa. Il miglior modo per isolarci acusticamente è creare una seconda scatola interna alla prima. Certamente non parlo di creare altre pareti o altri solai, sarebbe impossibile, ma possiamo realizzare dei rivestimenti a questi; parlo di rivestimenti particolari in grado di isolarci dai suoni che ci circondano.
Qui si apre un mondo fatto di migliaia di soluzioni come ad esempio:
- contropareti con materassini isolanti in lane di roccia/vetro e rivestimento con pannelli in cartongesso
- pannelli in gomma/piombo rivestiti con lastre di cartongesso
- controsoffitti con isolanti a base di lane
- ………..
….insomma un universo!! Anche in questo caso diffidate da chi vi vuole vendere dei materiali magici ed affidatevi a professionisti del settore!!!!! In Italia esistono delle figure professionali ben definite che sono i Tecnici Competenti in Acustica Ambientale (acronimo T.C.A.A.) ed esiste un albo nazionale di riferimento, pubblico, a cui poter attingere nominativi. L’acustica è una materia piuttosto difficile e, come tale, va affrontata con la tecnica, il fai da te non funziona; la classica frase “me lo ha detto mio cugino” è il preludio alla non soluzione (a meno che il cugino non sia un tecnico, sia chiaro!!) e purtroppo un intervento sbagliato è subito riscontrabile dal non miglioramento dei problemi.
Vorrei ora soffermarmi su una informazione che non tutti sanno: siamo tutti a conoscenza che quando una impresa costruisce un edificio deve presentare al genio civile tutti i calcoli delle strutture portanti che devono essere fatti secondo delle precise leggi e norme. Bene, sappiate che in Italia dal 1997 esiste un decreto legislativo che impone a chi costruisce di rispettare dei limiti acustici negli edifici. Il citato decreto è il D.P.C.M. del 5 dicembre 1997 in cui il legislatore ha definito le caratteristiche acustiche dei nostri edifici; sono stati definite le prestazioni acustiche, ossia quanto devono isolare, i nostri muri, i nostri solai e persino le nostre facciate (comprese di finestre). Questo decreto, in quanto tale, è ESECUTIVO e pertanto tutti i costruttori devono attenersi alla stregua delle norme sismiche.
Non volendo entrare nel merito di tali valori, ma vi assicuro che sono molto stringenti, è giusto dire che se il costruttore non si è attenuto a tali norme sta, di fatto, vendendo un manufatto non conforme alla normativa vigente; in tal senso vi sono più di una sentenza in cui gli acquirenti sono stati dichiarati vincitori nei confronti del costruttore. La corte, in tutti i casi, non ha ritenuti nulli i contratti di compravendita ma ha riconosciuto un deprezzamento del bene venduto (la casa) in misure anche del 30% del valore di acquisto. Ahimè siamo in Italia e quindi le responsabilità civili di chi costruisce hanno durata di “soli” 20 anni per cui non è possibile fare alcuna azione se la nostra abitazione è stata costruita (non venduta) prima del 1998.
Non voglio ingenerare allarmismo nei lettori perché spesso i costruttori italiani sono dei virtuosi ed il problema potremmo essere noi stessi; ipotizziamo che la nostra abitazione è stata costruita secondo tutti i canoni di legge, ma noi avvertiamo uno o più fastidi acustici: come muoverci? come è possibile?
Per prima cosa, al fine di stabilire se la nostra abitazione risponde a queste norme, bisogna rivolgersi ad un T.C.A.A. e far realizzare un rilievo fonometrico; in pratica il collega verrà presso la vostra abitazione e farà delle misure con uno specifico strumento che si chiama fonometro (sembra un microfono molto grande) ed una cassa acustica e verificherà quali sono le prestazioni dei muri, solai della vostra abitazione. Fatto questo se le prestazioni non sono quelle attese e l’anno di costruzione è successivo al 1998 potrete intraprendere una azione legale. Se tali valori invece rientrano nella norma? In questo caso purtroppo il vero problema siamo noi; in buona sostanza il nostro udito è particolarmente affinato che percepiamo più del dovuto. Inoltre, per queste persone, insorge anche la tendenza a “fare più caso” a questi suoni generando una sorta di sensibilizzazione verso gli stessi. Certamente non potremo intraprendere alcuna azione legale e pensare di intervenire con delle opere di miglioramento.
Ci tengo, in chiusura, a dirvi che le opere di miglioramento spesso sono meno ingombranti del previsto ossia potrebbero avere anche spessori molto ridotti facendoci perdere poco spazio così come potrebbero esserlo di più. Dipende dal problema, vediamo alcuni esempi di intervento.
Contropareti di rivestimento:
Questa immagine ci illustra un rivestimento a basso spessore (circa 2.5 cm) che è in grado di migliorare notevolmente le prestazioni acustiche delle nostre pareti.
Questo tipo di rivestimento implica un maggiore spessore (almeno 6.5 cm) però è in grado di migliorare notevolmente le prestazioni delle nostre pareti.
Un sistema di controsoffitto combinando lastre in cartongesso ed isolanti in fibre naturali consente di migliorare notevolmente quelle che sono le problematiche provenienti dai nostri vicini del piano superiore.
Il materiale disegnato in rosso è un “tappetino” acustico che viene posizionato sotto il masso della pavimentazione e consente di eliminare il problema del rumore da calpestio. Ovviamente questo tipo di intervento è molto più invasivo degli altri ma è giusto sapere che esiste.
Quando i problemi nascono dalla strada, spesso, non ci resta altro che sostituire gli infissi con alcuni a taglio acustico.
Chiudo parafrasando una vecchia pubblicità “per un problema grande ci vuole una soluzione grande”.