Ansia: conosciamola meglio!

 

Dora Riemma- Psicologa    dorariemma@hotmail.it

 

 

Il termine “ansia” viene utilizzato nel linguaggio quotidiano per esprimere uno stato non sempre ben definito di agitazione, paura, preoccupazione. Capita spesso che  sia considerata come una caratteristica personale, qualcosa che fa parte di noi : “Sono ansioso!”.

Ma cos’è davvero l’ansia? L’American Psichiatric Association (1994), la descrive come:

“L’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno” (APA, 1994; cit. in: Franceschina et al., 2004, p. 213). 

Si tratta dunque di uno stato caratterizzato da un’alterazione fisiologica, preoccupazione, e sensazione di pericolo.

Il corpo può subire alterazioni come: tachicardia, sudorazione, tremori, dispnea.

I nostri pensieri possono focalizzarsi esclusivamente sugli elementi ritenuti pericolosi, aumentando quella che viene definita “attenzione selettiva”.

ANSIA ADATTIVA E ANSIA PATOLOGICA

Esistono però due tipi di ansia: quella adattiva e quella patologica. L’ansia adattiva è importante perche ci allerta sulla probabilità che un pericolo possa presentarsi e ci prepara ad affrontarlo. Ad esempio, se dovessimo affrontare un esame, l’ansia ci metterebbe in stato di allerta e la preoccupazione per un’eventuale bocciatura ci porterebbe a studiare.

L’ansia patologica invece si manifesta quando diventa eccessiva e persistente, quando cioè lo stato di allerta e preoccupazione non ci prepara più ad affrontare un eventuale pericolo, ma ci porta a vivere con eccessivo disagio quell’evento ma anche il vivere quotidiano. Riprendendo l’esempio dell’esame, l’ansia eccessiva potrebbe portarci a focalizzare il pensiero solo sulla bocciatura, non permettendoci di studiare, e alimentando ancor di più la sensazione di pericolo rispetto alla bocciatura stessa.

Quando l’ansia diventa eccessiva e persistente, oltre a vivere il disagio dei sintomi legati a questa, la persona mette in atto comportamenti volti ad evitare gli elementi e le situazioni ritenute pericolose. Tutto ciò comporta una sofferenza psichica maggiore, caratterizzata da un giudizio negativo verso se stessi.


TRATTAMENTO

La psicoterapia cognitivo-comportamentale riduce o elimina i sintomi dell’ansia e attraverso tecniche di ristrutturazione cognitiva, favorisce l’adattamento dell’individuo all’ambiente.

Gli schemi cognitivi che portano l’individuo a sperimentare ansia sono disfunzionali, dunque, attraverso la psicoterapia si arriva modificare tali schemi per renderli maggiormente funzionali.